Progetto dell'Anno Scolastico 2016-2017 - Istituto Aveta

Vai ai contenuti

Menu principale:

Progetto dell'Anno Scolastico 2016-2017

La Scuola > Scuola dell'Infanzia

Progetto dell'Anno per gli alunni della Scuola dell'Infanzia

"Una Fiaba lunga un Anno"

La Fiaba e l'incanto nella Didattica
Obiettivi

Si farà riferimento agli obiettivi di apprendimento nazionali per le due sezioni interessate.

Destinatari

Alunni della Primae Seconda Sezione della Scuola dell’Infanzia.

Fasi operative e tempi di attuazione

Il progetto si svolgerà durante tutto l’anno scolastico in orario curricolare con la seguente suddivisione oraria:
1 ora settimanale nella Prima sezione ove si svilupperanno i seguenti temi:
“Emozione, sogno, invenzione” - “Un racconto sensoriale” - “Una Fiaba dell’immaginario” - “Una Fiaba per comporre”
2 ore settimanali nella seconda sezione ove si svilupperanno i seguenti temi:
“Una Fiaba per inventare e costruire Lavoretti con il tema dei personaggi delle Favole” - “Una Favola per costruire lavori inerenti i mestieri” - “Castelli da realizzare” - “Ambienti dei luoghi fantasiosi dei libri” – “Sculture per catturare e produrre personaggi e luoghi delle Favole”
Inizialmente i bambini saranno guidati alla conoscenza del linguaggio specifico del racconto, all’esecuzione di canti corali e balletti su tema.
Il Progetto si conclude con la presentazione ai genitori del lavoro svolto attraverso attività partecipative quali:
*l’allestimento di una mostra dei rispettivi laboratori,
*una mostra fotografica della messa in opera,
*le slide delle escursioni in sedi lavorativi,
*un angolo creazione di materiale didattico, etc.
*per la fine dell’anno scolastico preparazione di un saggio.
Strumenti e mezzi
Materiale di facile consumo
Materiale tecnico-informativo
attrezzi da lavoro di materiale vario in dotazione della scuola.
Metodologia
Si farà ricorso a diverse strategie di apprendimento cooperativo, all’uso di giochi e di materiale multimediale.

L’artigianalità del Made in Italy, perché questo progetto?

Con il progetto Educativo-Didattico di quest’anno vogliamo portare i bambini alla conoscenza di quante più favole è possibile.
Conoscere i personaggi fantasiosi significa avere la percezione dell’attualità, di ciò che si muove
attorno a noi. Nel caso dei bambini significa intraprendere un viaggio alla scoperta di cose mai banali. Quante volte li sentiamo parlare in merito al sogno “da grande voglio fare…”!
Il bambino è affascinato dal mondo delle Favole ed è nei suoi giochi spontanei che riveste i panni dei “personaggi” identificandosi nei ruoli da loro svolti perché, di solito, non sono riscontrabili nella realtà e sono più facilmente desiderabili.
È proprio nel gioco simbolico che il bambino costituisce una propria metodologia in quanto, nei suoi giochi spontanei, nel suo “facciamo finta che io sono…”, proietta i suoi bisogni, la sua “visione/percezione” del mondo fantasioso, le sue attese, quindi sviluppa interessi, esplora, conosce, scopre chi gli piace e chi non gli piace, si mette in discussione con se stesso e con gli altri, prende coscienza della propria realtà e può elaborare le scoperte che ha fatto.
Dal punto di vista cognitivo il gioco è per il bambino un esercizio per “imparare ad imparare” anche attraverso le regole, sperimentando e realizzando così il suo primo apprendimento di tipo sociale.
È innegabile che “il gioco sia il punto di unione della scuola con la vita” ed è quindi attraverso il gioco che vorremmo far fare esperienza ai bambini dei personaggi delle “Favole” e del loro persistere nel corso del tempo.

La fiaba come strumento educativo-didattico: inventare e scoprire fiabe per conoscere se stessi

"La fiaba prende molto sul serio le ansie e i dilemmi esistenziali e si ispira direttamente ad essi: il bisogno di essere amati e la paura di non essere considerati, l’amore della vita e la paura della morte".
La favola è un componimento scritto con intendimenti morali e ammaestrativi ed ha come protagonisti quasi sempre animali, intesi come simboli dei vizi e delle virtù degli uomini.
Inventare, raccontare, ascoltare sono tre verbi che ci aiutano a definire quali atteggiamenti si assumono nei confronti delle fiabe.
La fiaba ha due principali Valenze: Evolutiva – Terapeutica
Rriproducono tappe fondamentali dello sviluppo individuale e divengono metafore della storia dell’umanità. Sono "zona franca" tra esigenze del mondi interno e richieste di quello esterno.

In ogni fiaba si possono ritrovare quattro caratteristiche evolutive:

1) La successione temporale: nei momenti di difficoltà è importante ricordare che situazioni analoghe sono già state vissute e superate e che la natura del mondo è di carattere evolutivo.
2) La Gradualità: l’eroe supera prove diversificate, in tempi successivi, connesse a momenti specifici della sua esistenza.

3) Il superamento dei vincoli.

4) La Capacità di ampliare il proprio punto di vista: permette di vedere cose fino a quel momento "invisibili"! Se la zucca si trasforma in carrozza nulla può impedire di trovare più simpatico il proprio compagno di banco.

Terapeutica

Da sempre è noto che le valenze terapeutiche sono insite nelle fiabe e nei racconti: si sa che una narrazione può lenire un dolore, ridurre ansie o scacciare paure.
La fiaba ha come scopo principale quello di trasmettere l’inevitabilità della lotta contro le difficoltà che viviamo ogni giorno, facendo riscoprire all’individuo le proprie risorse ed aiutandolo a crescere.

La fiaba ha importanti Potenzialità: Didattiche – Educative – Ludiche - Educative
Didattiche

La fiaba, per sua stessa definizione, è un oggetto con cui si può "giocare"; in altre parole, ognuno può impadronirsi, nei tempi e nei modi che gli si addicono maggiormente, dei contenuti trasmessi.

Educative

«Le fiabe sono una grande parabola sul mistero che è la vita. L’uomo, ascoltandole, impara se stesso. Gli parlano della sua casa perduta, del suo errare e del dolore, del suo desiderio di tornare all’antica condizione e di Colui che svela in un modo che sconvolge totalmente l’uomo e gli offre una mano di aiuto. Le fiabe aprono all’uomo gli occhi e quindi lo educano. Nel paese dell’infanzia la gerarchia dei valori è imperniata sulla priorità del dono. Il bambino spontaneamente coglie la realtà del mondo umano nel suo aspetto più essenziale che è la gratuità. Del bel mondo del dono parla la poesia. La fiaba è il suo aspetto primario e forse quello che più profondamente penetra nella verità dell’essere umano». (R. Filippetti, Educare con le fiabe)
Si acquisisce la conoscenza sul mondo dei propri sentimenti esclusivamente se chi ci sta vicino ci parla di noi, di se stesso, degli altri. La conoscenza passa attraverso il nominare, il racconto, la relazione che rende interessante l’intrattenimento reciproco.
É molto importante educare all’alfabetizzazione delle emozioni, cioè a riconoscere le emozioni per dare loro un nome, perché solo questa acquisizione le rende pensabili e condivisibili.
La fiaba cura, contiene quello che la mente non può affrontare raccontando dell’angoscia dell’abbandono, della madre cattiva, della rivalità, dell’onnipotenza dell’eroe.

Ludiche

Le fiabe possono essere utilizzate per sdrammatizzare, divertire, inventare… si prestano a essere mimate, cantate, raccontate e quindi vissute. Hanno, per natura, le capacità di condurre il lettore nel regno del gioco e della fantasia.

Curative

Le fiabe sono importanti, perché infondono al lettore quel coraggio di cui spesso ha bisogno per andare incontro al futuro con maggior fiducia. Le potenzialità curative delle fiabe sono a nostra disposizione e, se sfruttate adeguatamente, regalano risultati sorprendenti.
Come si può conoscere se stessi inventando e scoprendo fiabe?
Come sostiene Bettelheim, il bambino (così come l’adulto) ha bisogno di "conoscere se stesso" e il complesso mondo in cui vive e in cui si relaziona. Gli occorrono un’educazione, delle idee sul modo di dare ordine e coerenza alla dimensione interiore e la capacità di ascoltare ciò che lo circonda.

La fiaba sviluppa la creatività. La sana fantasia aiuta ad interagire con la realtà e ad adoperare nel modo migliore le risorse emotive.

I cinque sensi

Vista: ci sono particolari che solo guardando un’opera possono essere colti.
L’udito: ci sono particolari che solo ascoltandole  possono essere colti.
Gusto:
Sul tema de "Il gusto e la fiaba", anche in senso figurato, diverse località organizzano attività per i loro concittadini; un esempio è Càsola Valsenio, in provincia di Ravenna.
L’olfatto: percorrere una fiaba è come entrare in un bosco, lasciarsi prendere e perdersi tra colori, profumi... è il mondo incantato, dove tutto è possibile, ma non prevedibile, non scontato o banale
Il tatto: dalle sensazioni tattili possiamo ricavare grandi ispirazioni.
Le fiabe sono uno strumento fondamentale per conoscere se stessi. É importante, dunque, tanto leggerle quanto inventarle.
Il sasso nello stagno: questo metodo consiste nell’affidarsi alle suggestioni che una singola parola suscita in noi.
Cosa succederebbe se…: l’immaginazione non ha limiti.
Il prefisso arbitrario: attraverso la loro deformazione, possiamo rendere produttive, in senso fantastico, le parole.
Ma…e noi adulti?
C’è una domanda che ricorre spesso quando si parla del binomio "fiabe e adulti": non è forse la vita stessa una fiaba che non possiamo più capire, una volta diventati grandi?
Se è vero che la vita è una fiaba che non siamo più in grado di comprendere una volta cresciuti, quali sono le ragioni di questa incomprensione, di questo oblio che ci separa in fondo dalla parte migliore di noi stessi?
L'elemento grazie al quale il bambino, e alcune persone adulte, riescono a percepire la propria vita come una fiaba è la capacità inesauribile di stupirsi!
Solo chi sa stupirsi davanti a ogni cosa è in grado di percepire la natura fiabesca della vita e di vivere in uno stato di incanto. E, se lo stupore è la condizione a ciò necessaria e il mezzo per realizzare l'incantamento, un vivo e glorioso sentimento di gratitudine ne sarà, quasi immancabilmente, la conseguenza.
«La nostra vita è continuamente chiamata a rinnovare e interrogarsi tramite l’impulso della fiaba. Le
fiabe parlano dell’uomo in tutta la sua realtà, in essa la narrazione simbolica chiarisce i processi intimi, orienta la scoperta della propria identità» (R. Filippetti-Fiabe d’Identità-)
La fiaba permette un "uso intelligente" delle emozioni, che tra le persone che hanno ascoltato la fiaba possono essere diversissime ma hanno tutte diritto di esistere: essa permette di essere totalmente liberi e totalmente in ascolto.
"Nella realtà, tutti quelli che hanno la stessa apertura visiva e vedono il mondo nello stesso modo, non hanno osservazioni diverse da comunicarsi. Solo chi ha una apertura visiva diversa vede il mondo in un altro modo e può dare al prossimo una informazione tale da allargargli il suo campo visivo. Mescolate quindi i disegni, cambiate i colori degli occhi, abituiamoci a guardare il mondo con gli occhi degli altri."
(Bruno Munari "Guardiamoci negli occhi")
"Conservare dentro di sé l’infanzia per tutta la vita, vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare" (B. Munari)
"Le parole si dimenticano, l'esperienza no."
"Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco", ripeteva sempre l'artista, citando un antico proverbio cinese.
Le fiabe sono destinate non solo ai bambini ma anche agli adulti. C’è un modo di leggere le fiabe, anche per i ragazzi più grandi e per gli adulti, che non è affatto infantile…anzi è serio e impegnativo, perché tende a scoprire i legami tra il mondo del racconto fantastico e quello della storia.

                                                                                                        Buon lavoro a tutti                                                                                                                                                                                                                                                      Il Coordinatore Didattico
Sr.Maria Aurelia O.P.    
   
                                                                                              

 
Torna ai contenuti | Torna al menu